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MISTERO NEL VENTRE DI ROMA: DUE SCHELETRI MUMMIFICATI SCOPERTI IN UN CUNICOLO ALL'EUR

  • Immagine del redattore: Valentina D'Ambra
    Valentina D'Ambra
  • 27 mag
  • Tempo di lettura: 3 min

Tra ipotesi di duplice omicidio e tracce perdute nel tempo, la Capitale svela un segreto sepolto (forse) da trent'anni!


Fonte foto: Corriere della Sera
Fonte foto: Corriere della Sera

Cari lettori di EUR INSIDE,


una notizia sconvolgente ha avvolto il quartiere Eur pochi giorni fa. Roma, ancora una volta, si scopre teatro di un enigma antico quanto sé stessa.

Un cunicolo anonimo e buio, è stato per anni una tomba senza nome. Nessuno ne sospettava l’esistenza. Nessun rumore, nessun odore. Solo il silenzio di una città che corre in superficie, mentre sotto cela segreti, parole non dette o forse, dette troppo tardi. Ora quel silenzio è stato infranto. Il mistero si è risvegliato. Urla udite solo ora. 30 anni dopo.


La scoperta inaspettata: un’ombra nel sottosuolo


Roma, sabato 24 maggio. Il sole pomeridiano ancora caldo sull’asfalto dei quartieri a sud della Capitale. In zona Cecchignola, tra via dei Corazzieri e via di Vigna Murata, due speleologi in vacanza decidono di esplorare un cunicolo nascosto, poco distante dalla stazione Laurentina della metro B. Un passatempo per loro, appassionati del sottosuolo e attratti dalle cavità urbane dimenticate.

Non potevano immaginare che quel canale, originariamente scavato per condurre acqua al laghetto dell’Eur, celasse un mistero muto e inquietante: due corpi rannicchiati, mummificati dal tempo e dall’ambiente, incastrati poco oltre l’ingresso della cavità, adagiati l’uno accanto all’altro, come due anime perdute da decenni.


Il primo shock: resti umani


Con le torce sui caschi, gli speleologi, illuminano prima ossa sparse...poi interi scheletri. Si ritirano immediatamente. Chiamano il 112. Arrivano sul posto gli agenti del IX distretto Esposizione, la squadra mobile e la polizia scientifica. La cavità viene isolata. I vigili del fuoco del nucleo Saf entrano nel cunicolo: serve cautela, i corpi sono in equilibrio precario. Quando li recuperano, la scena è chiara: due esseri umani, mummificati, sepolti probabilmente da oltre dieci, forse trent’anni.


Autopsia, DNA e domande


I corpi vengono trasportati all’Istituto di Medicina Legale della Sapienza, dove sono stati disposti esami approfonditi, tra cui l'autopsia e il test del DNA. Non è escluso che si tratti di due giovani: i denti ben conservati, lo suggerirebbero. Le prime ipotesi parlano di morte non recente. Potrebbe trattarsi di un caso di cronaca nera mai risolto, sfuggito al tempo e ora riaffiorato come un’eco dal passato.

La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta: se i resti dovessero risultare di interesse archeologico, un'eventualità remota ma tecnicamente plausibile, il fascicolo verrebbe chiuso. Ma tutti gli indizi parlano di un giallo moderno. Una tragedia umana rimasta sepolta troppo a lungo.


Le ipotesi in campo


Le ipotesi al vaglio degli investigatori sono molte. Si indaga nei database delle persone scomparse, si incrociano i dati, si cerca. Una delle teorie è che si tratti di due senzatetto rifugiatisi nel cunicolo per cercare riparo. Un'altra, più inquietante, è che siano stati vittime di un duplice omicidio, forse negli anni ’90. Il canale nascosto, appartato e poco frequentato, avrebbe potuto essere il luogo perfetto per occultare dei corpi.

Non si esclude che siano morti per cause accidentali: un crollo, un'intossicazione, un tentativo di fuga finito tragicamente. Ma resta anche la possibilità che siano stati portati lì già morti, o che vi siano stati uccisi, in una trappola costruita per farli sparire senza lasciare tracce. Insomma tutte le ipotesi sono aperte.


Il peso del tempo e il silenzio della città


Potremmo esserne scioccati, ma in realtà conosciamo questa città. Lo ha sempre fatto. Roma è una città che conserva, stratifica, custodisce. I suoi sotterranei, come gli archivi, sono pieni di memorie che sfuggono alla luce.

Un’indagine lenta e complessa che richiederà pazienza e rigore scientifico. Ma anche empatia, perché quei due corpi, ridotti a ossa e pelle, sono stati qualcuno. Un nome, un volto, una vita. E aspettano, oggi, che qualcuno li riconosca.


In attesa della verità


Nel frattempo, gli inquirenti continueranno a scavare, nei registri, nei fascicoli e in quelle assenze inspiegabili. Si cercano collegamenti, tracce e testimonianze. Si cerca giustizia. E soprattutto, la verità.

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